13 mar 2012

Messi migliore della storia? parliamone...


Sono passati cinque giorni dalla storica cinquina di Messi all'irresistibile Bayer Leverkusen, e già si sono spesi fiumi di inchiostro (calamai roventi), cinguettii, articoli, sono usciti ebdomadari straordinari e sono stati scritti editoriali al miele per celebrare le gesta del più grande fuoriclasse dell'universo, e perché no, di tutti gli universi paralleli, sempre che esistano. Chiamatemi bastian contrario, ma io mi dissocio.
Sono convinto da diverso tempo che Messi non sia più solo un fenomeno unicamente e precipuamente sportivo, e che venga utilizzato da potentati di varia natura per canalizzare consensi, spettatori, denaro. Non si spiega altrimenti la vittoria più che generosa del Pallone d'Oro di due anni fa, o la critica più che zerbinata e omologata che ogni giorno appesta computer e pagine di giornale. Non è il giocatore migliore della storia, e non è neppure il migliore del suo tempo, visto che, nel suo stesso campionato, gioca un giocatore che ha fatto 126 gol in 127 partite e che in questo momento sta 10 punti davanti (massimo vantaggio della prima sulla seconda in Europa). Noto grande riottosità nel fare un confronto serio ed equo tra Messi e Cristiano Ronaldo, da parte dei giornalisti e degli opinionisti sportivi che indegnamente occupano gli scranni televisivi. Spesso parlano per frasi fatte (Messi è il dio del calcio e altre amenità di questo squallidissimo tenore), ma mai cercano di scendere sul dettaglio tecnico- tattico, mai cercano di argomentare con i fatti che cos'ha Messi di più di Cristiano Ronaldo. Lo facciamo noi.
Messi è certamente un giocatore dotato di ottimi numeri, di un dribbling ubriacante, di uno stop fulmineo, e di una buonissima corsa (nulla che Ronaldo non abbia): Messi sa fare benissimo quello che sa fare, il problema vero è che sa fare solo quello. Ronaldo ha duttilità tattica, è nato esterno, si è evoluto trequartista, e infine si è fatto centravanti vero; ha potenza, tiro, colpo di testa, freddezza sotto porta, sa calciare le punizioni. E sa caricarsi la squadra sulle spalle: mentre Messi fa il gradasso solo con la maglia del Barcellona, Cristiano Ronaldo a 19 anni ha condotto da solo il Portogallo di Maniche, di Andrade (sì, proprio loro), di Nuno Gomes, di Pauleta alla finale degli Europei. Attendo che Messi segni un gol da 50 metri come quello di Ronaldo nel quarto di finale di Champions con il Porto (gol risolutivo per la qualificazione dello United), o che realizzi una qualsiasi delle punizioni meravigliose con cui CR7 ha obnubilato i miei occhi (ne dico due, quella contro lo Sporting Lisbona, e quella contro l'Arsenal nella semifinale del 2009). Solo due settimane fa ha infilato un tacco dal limite dell'area piccola con il Rayo Vallecano. La mia impressione è che gli opposti giudizi sui due campioni (perché non nego che Messi sia un campione) facciano leva sugli aspetti strappalacrime dell'infanzia di Messi e per converso sulla non discutibile avvenenza di Cristiano, come se un giocatore bello non potesse essere anche bravo. E' qui che intervengono l'Uefa e la Fifa, che hanno scelto Messi come un simbolo del calcio più spendibile di Ronaldo, più vero, più umile, forse più simpatico. Ma non più bravo. Ah, dimenticavo: Cristiano Ronaldo gioca con quegli spendaccioni del Real Madrid (salvo scoprire che il Barcellona ha più debiti), ed è allenato da quel cattivone di Mourinho.
Invoco una equità di giudizi che mi pare non ci sia, tutto qui.

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